Lettera aperta di un amico/tifoso delle Arpie… grazie di ❤️ Gaspare Grammatico:

“Dal sedile lato finestrino di un volo diretto a Milano, dove rientro perché è lì che lavoro per la TV da diversi anni, e ad un’altezza che, francamente, non ho capito – ma chi riesce a comprendere cosa gracchiano i piloti quando parlano col microfono ai passeggeri? – sto ritornando da un viaggio che avevo deciso di fare proprio per assistere, finalmente dal vivo, ad alcuni degli incontri in programma nel week-end sportivo a Trapani. Evitando di dovermeli gustare, come ogni volta, attraverso i servizi streaming (che siano benedetti!)

Così, sabato sera, sono andato ad assistere all’incontro di pallamano femminile di serie A1 tra AC Lifestyle HandBall Erice e Mezzocorona e, l’indomani, al match di basket di A2 tra 2B Control Trapani e Pistoia.

Certo, il mio progetto prevedeva anche di andare allo Provinciale a “tifare granata” come cantano sempre i ragazzi della curva Nord ma la mannaia Covid, come saprete, non molla. Non se ne può più.

Lo so. A chi non è mai stato costretto a lasciare la propria terra per motivi di lavoro, pare assurdo che si arrivi a prendere un aereo solo per assistere a degli incontri sportivi, ma vi assicuro che non è così. Soprattutto quando si assiste a partite piene di emozione come quelle di questi due giorni. Ecco, lasciate che apra una parentesi sulla prestazione di Capitan Mollura e compagni davanti a una macchina da guerra progettata per andare in A1 come Pistoia, spendendo solo un paio di aggettivi: meravigliosi e impavidi. Nonostante la sconfitta, sono uscito dal palazzetto orgoglioso di loro.

Ma veniamo al punto. Al motivo che mi ha spinto a scrivere queste righe.

Non mi sono mai fatto impressionare dal singolo. Piuttosto, mi affascina il lavoro squadra. Quello fatto di gregari, dl mediani che sudano, di movimenti provati e riprovati in allenamento. Non fraintendetemi. Di fronte a un colpo da fuoriclasse godo certamente, ma prediligo sempre la vittoria di squadra. Eppure quello che sabato, al Pala Cardella, ho visto davanti ai miei occhi ha sbilanciato un po’ questa mia intoccabile certezza. Sì perché, al centro di una partita lottata con tutte le armi e con una grinta incredibile da ognuna delle nostre ragazze – le ho viste uscire dal campo stravolte per merito di un Mezzocorona che non si è risparmiato fino alla fine – qualcosa ha brillato. Una di loro ha illuminato il campo di gioco mostrando in abbondanza classe, intelligenza agonistica e talento purissimo. Sto parlando di Savica Mrkikj (sì, ci vuole talento pure a scrivere il suo nome correttamente). Che spettacolo!

L’ho vista correre che pareva un puma in campo e alzarsi un volo come un predatore all’attacco. L’ho vista tirare con una potenza straripante e una precisione incredibile con cui ha segnato 15 reti. Credetemi, a un certo punto, mi sono veramente chiesto se non montasse un computer sul quel braccio. Mamma mia!

Credo che la società abbia tirato fuori dalla manica un asso incredibile. Una di quegli elementi che, con la loro presenza, sgombra anche la testa delle compagne. Facendole giocare più serene.

Sì, ci mancava questa Savica. Ci mancava da molto. Da quando la società ha dovuto lasciar andare via la grandissima Sladjana Perasic. Ci mancava qualcosa che brillasse al centro del campo.

Avrei voluto che quel palazzetto fosse pieno. E avrei voluto che, alla fine, dedicasse una standing ovation per la partita meravigliosa giocata dalle nostre ragazze, per quel capolavoro di tecnica che è Savica Mrkikj. Invece eravamo una manciata. Un peccato.

Chiudo qui, con il testa piena di emozioni che mi porto via e con tanta invidia nei confronti di tutti quelli che abitano nella mia città e che hanno la possibilità di assistere a questi spettacoli sempre. Di emozionarsi dalle tribune, a due passi da casa.

Ecco è arrivato il “prepare for landing” del Comandante dell’aereo. Spengo il computer. Ma non il cuore.”